domenica 24 marzo 2013

Si può imparare a prendere decisioni?


"...un recente sondaggio di ICF Italia che ha interrogato un vasto campione di "decisiori" di varie dimensioni sui processi decisionali, sui metodi e sulle relazioni che intercorrono dentro ai microcosmi aziendali nei momenti cruciali. Cosa serve dunque ad un'azienda per prendere decisioni efficaci? Per il 56% degli intervistati avere una visione è la cosa più importante; per il 42% serve soprattutto coinvolgere le persone; per il 41% occorre essere aperti al cambiamento, per il 34% servono competenze. Hard skills. L'impatto della crisi spinge a muoversi soprattutto in un contesto di breve periodo (secondo il 45% del campione) e sforzarsi di più per valutare le prospettive future (secondo il 39% del campione).

Sono anni davvero difficili per imprenditori e manager. Per prendere decisioni il 67% degli intervistati ha bisogno di avere un quadro completo delle situazioni e il 41% di confrontarsi con gli altri. Sembra dunque finito il tempo dell'uomo forte e solo al comando. Quello che conta di più oggi è appunto avere una visione d'insieme, saper cogliere le interazioni e le opportunità e creare un network relazionale adatto a supportare il processo decisionale.
Ma quali sono gli elementi che più di tutti guidano le scelte di manager e imprenditori? Le opportunità da cogliere (63%), il senso di responsabilità (51%), la visione (51%), i valori personali (48%), la mission della propria organizzazione (34%). A impedire la capacità rapida di prendere decisioni invece contribuiscono in uguale misura la paura di prendere la decisione sbagliata, il timore di non riuscire a mantenere l'impegno assunto e il dover rinunciare ad un'alternativa" (L'Impresa - 7 marzo 2013). 

Ho voluto riportare questo articolo perché, a mio avviso, ci restituisce lo scenario che stanno vivendo molte aziende e del quale bisogna avere il coraggio di parlare. Oggi rispetto al passato ogni decisione che si prende in ambito aziendale pesa il doppio in quanto può determinare lo stato di salute di un'azienda. Come si prendono quindi delle decisioni strategiche? Alcuni articoli postati nei giorni scorsi ci hanno già dato delle rotte in merito, raccontandoci come raccogliere informazioni e spiegandoci come alcuni strumenti possano facilitarci nel gestire le informazioni e le strategie che da esse scaturiscono.
Tuttavia dai dati evidenziati nell'articolo qui riportato, si possono subito evidenziare due cose interessanti: da un lato aumenta la difficoltà nel fare scelte a causa dell'aumento della complessità generale, motivo per cui è sempre più indispensabile avere uno quadro completo della situazione per poter decidere; dall'altro invece si tende a cercare il confronto con altri e questo si può certamente legare ad un aumento della complessità generale del mercato, ma è forse opportuno chiedersi se stiamo anche vivendo un forte cambiamento nelle persone che oggi sono al "comando" rispetto al passato. Quegli imprenditori, dotati di grande lungimiranza e che conoscevano in anticipo cosa fare in ogni circostanza non esistono più? Non ci sono più persone capaci di assumersi delle responsabilità e di correre i rischi che da esse derivano? Mi viene a volte il dubbio che il sistema in cui viviamo adesso, si porti un po' i malesseri di un passato che ha visto giovani anche di talento sempre soffocati dai grandi manager o imprenditori e che non hanno potuto provare sul campo cosa vuol dire assumersi delle responsabilità. E probabilmente la non abitudine al mettersi in gioco e ad assumere delle posizioni che comportino dei rischi ha fatto si che oggi prendere decisioni strategiche comporti una fatica aumentata all'ennesima potenza. 
E' ora quindi di rimboccarsi le maniche e di provare in prima persona tutto ciò che si può. Perché soltanto l'esperienza ci potrà aiutare a prendere decisioni che nascono già come complesse. In bocca al lupo quindi in vista delle prossime sfide!


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