mercoledì 28 novembre 2012

Le start-up innovative e gli incubatori d'impresa. Nuova linfa al sistema imprenditoriale italiano


La generazione degli startupper avanza a passo svelto. In un periodo storico come questo, c'è tanto bisogno di ingegno, quello che possono mettere sul campo i giovani imprenditori italiani che sull'onda lunga della crisi riescono a surfare egregiamente.
Nascono ogni giorno una miriade di piccole imprese nel campo della tecnologia e dell’innovazione e molte di queste sono guidate da ragazzi coscienti che ormai il posto fisso non è più la Terra Promessa. A questo proposito non posso che riportare le parole di uno di questi “giovani 3.0”, Max Ciociola, trentaquattrenne fondatore di musiXmatch che dice: “Il nostro obiettivo nella vita non è trovarci un lavoro, ma creare lavoro”.
È proprio questo  il terreno fertile per far fiorire l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, il periodo difficile aguzza l’ingegno e permette la creazione di svariati poli innovativi sparsi un po’ in tutto lo Stivale.
La creazione dei cosiddetti Incubatori d’imprese è la cartina tornasole di questo fenomeno, ma andiamo con ordine e cerchiamo di elencare quelle che sono le zone più calde del paese sul tema startup:

domenica 25 novembre 2012

L'importanza di costruirsi un'immagine

La realizzazione di un prodotto interessante, è condizione sufficiente per garantirsi il successo sul mercato? Evidentemente no, e proprio per questa ragione, è fondamentale riuscire a costruirsi un brand e un'immagine chiara, capace di comunicare al mercato ciò che ci differenzia rispetto agli altri. E' questo il messaggio che ci porta Rino Scoppio, consulente aziendale, dalla fiera dell'innovazione di Lecce.



E' probabilmente difficile, tuttavia fondamentale per tutte le start up (e non solo) riuscire a fare un passo indietro e staccarsi dalla visione quasi "paterna" che si ha del proprio prodotto (o servizio). Ci si deve probabilmente chiedere: come viene percepita all'esterno questa mia idea? Qual è quella caratteristica che rende il mio prodotto speciale per il mercato? Poco domande importanti e poche risposte date in modo imparziale e oggettive possono aiutare ad individuare gli asset fondamentali sulla quale centrare una comunicazione efficace.

Il marketing oggi. Spunti di riflessione


Troppo spesso alla domanda: “Qual è la funzione del Marketing?”, sentiamo rispondere: “la funzione del marketing è quella di promuovere un prodotto o un servizio”, o peggio “il compito del marketing è quello di vendere”.
Non obiettiamo sicuramente a nessuna di queste definizioni, ma il concetto di marketing è assolutamente più esteso e complesso!
Nel corso degli anni, si sono succedute diverse interpretazioni del significato della parola MARKETING. Il più importante studioso che ha dato il suo contributo alla diffusione ed allo sviluppo del cosiddetto marketing management, è sicuramente Philip Kotler, che così lo definisce:
“La gestione del marketing è l’arte e la scienza di scegliere i mercati obiettivo e di conquistare, mantenere e aumentare il numero dei clienti con la creazione, la presentazione e l’erogazione di un valore superiore per il cliente”.

sabato 24 novembre 2012

Perché la consulenza diventa strategica in un contesto ricco di complessità?


Albert Einstein diceva: “la creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura, è nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie, chi supera la crisi  supera se stesso senza essere superato.”

La formula vincente per l’economia italiana? Probabilmente è la seguente:
CRESCITA = INNOVAZIONE  + RETI. Bisogna considerare che:

       INNOVAZIONE: in Italia non si investe in Ricerca e Sviluppo, è questo il problema di fondo. Secondo i dati disponibili, a fine dicembre scorso, non solo il livello complessivo di spesa che l'Italia impegna in ricerca e sviluppo - circa l'1,3% del prodotto interno lordo - non aumenta. Ma nel 2011 è addirittura in calo. Resta dunque lontanissima la pattuglia dei "leader" Ue dell'innovazione formata da Danimarca, Germania e Finlandia, dove si è già raggiunto l'obiettivo di avere investimenti in ricerca pari al 3% del Pil.Le imprese investono oltre 10 miliardi, ma - e qui è l'altra debolezza italiana - ben il 70,4% degli investimenti arriva dalle grandi imprese. Mentre resta bassa l'incidenza delle medie (20,1%) e delle piccole (9,4%).

       RETI: le collaborazioni e le sinergie, soprattutto dove il tessuto industriale è costituito da PMI, sono la strada obbligata per lo sviluppo dell’innovazione e la crescita della competitività delle imprese, dei  territori e delle comunità. La connessione e la condivisione devono essere mirate a sfruttare le complementarietà e le sinergie nel perseguire obiettivi comuni e devono assumersi il ruolo di acceleratore di diffusione di quelle prassi strategiche che per molte imprese si sono rivelate vincenti.

Tra i tanti, uno in particolare è l’aspetto fondamentale che identifica le imprese dotate dei mezzi umani e finanziari che sono in grado di garantire uno sviluppo sostenibile: l’ottimizzazione dei costi. È proprio in questocampo che la guida di un professionista esterno al sistema azienda può fare la differenza tra la vita e la morte.